Venezianico Nereide Opale Edizione Limitata

La nostra ricerca sui materiali nasce dal desiderio di capire come possano definire l’identità di un orologio. Negli anni questo percorso ci ha portato a sperimentare pietre e superfici minerali sempre più complesse, fino ad arrivare all’opale coltivato in laboratorio: una delle gemme più rare e apprezzate in orologeria. La sua natura complessa ne limita l’utilizzo e richiede processi rigorosi e una selezione accurata, rendendolo una scelta poco comune ma in grado di offrire variazioni cromatiche e effetti visivi che nessun’altra superficie può replicare.

MATERIALE CASSA: Acciaio 316L
QUADRANTE: Opale coltivato in laboratorio con motivo iridescente multicolore, prodotto da Kyocera® in Giappone. Composizione: 80% silice (SiO₂), 20% resina
DIMENSIONI: Ø42mm, da ansa ad ansa 49mm
MOVIMENTO: Swiss Made Cal. Sellita SW200-1 Automatico
VETRO: Vetro in zaffiro con trattamento antiriflesso
PIGMENTO LUMINESCENTE: BGW9 Super-LumiNova®
GHIERA: Inserto in tungsteno, 120 scatti
RESISTENZA ALL'ACQUA: 20ATM (= 200mt)
BRACCIALE: Sansovino

La materia che trasforma la luce

L’opale è una pietra composta da microsfere di silice che diffondono e scompongono la luce, generando riflessi che cambiano con l’angolo di osservazione. È questa natura mutevole ad averla resa affascinante fin dall’antichità: Plinio il Vecchio la descriveva come una gemma in cui convivono molte tonalità, una materia viva capace di trasformare lo spettro in bagliori sempre diversi. L’opale non possiede un colore stabile; è la luce, attraversandolo, a crearne ogni volta uno nuovo. Ogni variazione luminosa ne modifica l’equilibrio, rendendo la superficie un campo visivo in continua trasformazione.

La sensibilità della lavorazione

Dopo il taglio iniziale, l’opale viene portato allo spessore richiesto attraverso una lavorazione graduale, interamente manuale. La pietra è delicata e risponde anche a variazioni minime di pressione, per questo ogni passaggio richiede sensibilità ed esperienza. Il materiale viene rimosso poco alla volta, osservando come reagisce e adattando di conseguenza il lavoro. È in questa fase che prende forma l’aspetto finale del quadrante, definito dalla precisione e dalla mano di chi lo rifinisce.